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La Festa di S. Antonio

Feste Religiose

A Saronno, Sant' Antonio è venerato da molti secoli nella suggestiva chiesetta a lui dedicata.

A questa piccola chiesa è legata la storia di una antica famiglia saronnese, il casato degli Zerbi. I primi documenti, utili ai fini della ricostruzione storica della storia dei questa Chiesa, risalgono al 1385, data di un rogito notarile saronnese in cui si parla  per la prima volta  di: " un appezzamento di terra di campo giacente nel territorio del borgo di Serono dove si sarebbe dovuto erigere un oratorio".

La costruzione di questa piccola Chiesa, costruita all'incirca dopo la metà del Quattrocento, si deve alla famiglia del notaio Antonio Zerbi, console della Comunità di Saronno e ricco proprietario terriero . A quel tempo era abituale  far costruire Chiese ed oratori in memoria  del casato o per degli ex voto. Nel 1528, nonostante le avversità legate alla casata Zerbi, la cui fortuna cominciò a vacillare dopo la sconfitta di Ludovico il Moro avvenuta per mano dei francesi,si parla ancora di un Pietro Martire Zerbi che provvide, con una donazione, al mantenimento della chiesetta, nella quale chiese di essere sepolto.  Con la caduta del ducato di Milano, gli Zerbi persero  i diritti nobiliari ma, ciò nonostante,provvidero ugualmente alla manutenzione della struttura.

Previsioni del Tempo

In seguito, mancando discendenti diretti, altri eredi Zerbi continuarono a vantare i diritti di jus-patronato sulla Chiesa fino al 1859, anno in cui la proprietà fu donata alla Parrocchia. Da qui in poi, per la Chiesa di Sant'Antonio, ha inizio una nuova storia. Saronno subì terribili pestilenze quali quella del 1576, che durò quasi un anno e quella ricordata dal  Manzoni nei Promessi Sposi, che fece migliaia di vittime. All'interno della chiesetta c'è infatti  ancora un' iscrizione in lingua latina, murata sopra la porta maggiore che ricorda i morti di peste, come anche la stele di granito, collocata intorno agli anni trenta.

Per questo la piccola Chiesa fu trasformata in lazzaretto ed i sopravvissuti dell'ultima epidemia proclamarono un solenne voto alla Madonna, promettendo che ogni anno, nel mese di marzo, (periodo in cui l'epidemia smise di uccidere) si sarebbero recati in processione al Santuario offrendo candele votive. Nel giorno di S. Antonio, vengono esposte le spoglie del Santo e tramite una solenne processione che ha inizio poco dopo il sorgere del sole, i fedeli vengono fatti entrare  nella Chiesa per baciare la reliquia.

Anche la tradizionale benedizione degli animali si rinnova ogni anno in questa festa tra il sacro ed il profano e durante il pomeriggio del giorno 17, alle ore 15, com'era nelle antiche tradizioni, i saronnesi portano le loro bestie, che oggi sono cani, gatti, criceti ecc. a far benedire. Una volta erano i cavalli ad essere portati a benedire nel nome di Sant'Antonio, in quanto il mezzo abituale di trasporto, ma oggi,essendo stati i cavalli sostituiti dalle quattro ruote, i saronnesi, paganamente, benedicono le macchine.


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